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DIARIO DI MONTAGNA | |||
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Anno 2007 |
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Domenica 2 Dicembre 2007 - Innaugurazione Diario Innauguro il mio diario di montagna, dove racconto, le mie esperienze e salite in montagna e non solo. |
02-12-2007 – Passo del Sempione – Uscita di corso ARVA Partito alle 5.50 da casa raggiungo gli altri amici del CAI Abbiategrasso per dirigerci al punto di ritrovo a Trecate con gli altri partecipanti del corso e dopo una breve consultazione si parte per il Passo del Sempione in Svizzera per l’esercitazione all’uso dell’ARVA. Prima di entrare in Svizzera, pausa caffè e brioche per ricaricarci. Arriviamo al nostro sito di esercitazione dove prepariamo il campo simulando una zona di valanga. Le esercitazioni sono continuate per tutta la mattina, cercando e provando questo apparecchio, più simile ad una radiolina, ma che costa più dell’oro. Non si smette mai di imparare, andare in montagna, non è solo panorami, salite, pericolo, fatiche, ma è anche imparare a conoscere e gli elementi che ci circondano. E’ bello soprattutto conoscere il perché una determinata cresta o canale o pianoro si sono formati, quali sono i motivi. Saper leggere la neve guardandola e toccandola. Sono tutte cose, che ti fanno apprezzare l’ambiente che ti circonda, ed ogni volta che percorri un sentiero o stai effettuando un’ascensione, noti a colpo d’occhio tutte queste cose, rendendo ancora più appassionante e divertente la salita. Se guardiamo poi l’aspetto filosofico di quello che accade, si riescono a fare paragoni sulla vita di tutti i giorni, quasi in maniera religiosa. Poi è anche bello vedere le facce soddisfatte delle persone che hanno insegnato qualcosa e di quelle che hanno imparato cose nuove, nel nome di una passione che poi alla fine unisce e rende amici. Alla fine della giornata, classica e piacevole sosta al bar per una birra in compagnia. |
07-12-2007 – Col Ranzola – Val D’Ayas Oggi è festa per i Milanesi, quindi visti i giorni di vacanza e visto il meteo favorevole per qualche ora, decido di andare a fare un bel giro in Val D’Ayas. Passo a prendere il mio amico Marco di Biella al casello di Carisio e ci dirigiamo verso la Vallée. La giornata inizialmente sembra non essere il massimo, ma raggiunto Estoul il cielo è azzurro. Durante i preparativi, incontro un conoscente di Pavia che anche lui era in zona per fare una escursione. Dopo i saluti io e Marco ci incamminiamo sulla carrabile che ci porta dapprima all’Alpe Finestra e poi per pendii fino al Colle. La nostra meta, la Punta Regina, è completamente ghiacciata e non avendo con noi i ramponi, non è possibile salire. Decidiamo di raggiungere il colle e provare a raggiungerla dal versante della Valle di Gressoney, ma le pendenze e la qualità della neve, non mi piacevano. Se aggiungiamo che non eravamo attrezzati per il rischio valanga, la cosa mi ha fatto decidere per la rinuncia. Ripieghiamo quindi per il ritorno all’alpe finestra e dopo la pausa ristoratrice, scendiamo verso Estoul allungando il giro sopra gli alpeggi circostanti le piste. |
16-12-2007 – Sankt Moritz – prima uscita di sci di fondo Prima uscita per la mia stagione di sci di fondo a Sankt Moritz. La gita è organizzata dal CAI e con me viene anche la mia famiglia. La giornata è bella limpida, ma le temperature sono polari. Arrivati con il pullman al passo del Maloja, oltre le temperature di oltre -15 gradi, spirava un vento molto freddo che mi ha stroncato subito le gambe e lo stomaco. I miei e mia sorella, proseguono con il pullman fino a Sankt Moritz. Noi invece partiamo con gli sci verso le piste e in direzione Sankt Moritz. Inizialmente il freddo era così forte che non riuscivo a respirare, inoltre essendo la prima sciata della stagione il mio equilibrio sugli sci non era dei migliori. La prima ora trascorre tra movimenti goffi e anestetizzati, fortunatamente poi il sole si alza e “scalda” un pochino la giornata. La pista sui laghi ghiacciati non è ancora pronta in quanto non tutti sono perfettamente ghiacciati, percui dobbiamo percorrere le piste esterne, allungando di qualche chilometro tutto il tragitto. Purtroppo un tratto non è percorribile con gli sci e quindi si sale a piedi, per ricongiungerci alle altre piste. Superato l’abitato di Silvaplana, la pista diventa veramente dura, dopo un breve passaggio a piedi di nuovo, la pista diventa una salita costante in un bosco bellissimo, dove arrivati al culmine si vede tutto l’abitato di Sankt Moritz da una posizione privilegiata. Passati sotto i grossi trampolini di lancio del salto con gli sci, inizia la lunga e toruosa discesa verso il paese, dove finalmente riposo le gambe. Grande giro, una valle stupenda anche se la vita di paese nelle varie località era completamente assente. |
22-12-2007 – Marciaga (VR) – Arrampicata in falesia Con Marco, Valerio e Massimiliano, organizziamo una uscita in falesia per allenarci alla roccia. La meta iniziale era la Liguria, ma il maltempo in quella zona ci ha costretti a ripiegare dalla parte opposta e siamo andati sul lago di Garda. Seguendo le indicazioni trovate su internet raggiungiamo la base della falesia. La giornata è gradevole, e cominciamo con un bel tiro di 4c, che mi stronca subito. La giornata non comincia bene, sono rigido e pieno di paure, è una di quelle giornate in cui non sono per niente concentrato. Inoltre quando comincio ad avere un sacco di paure, mi blocco e non riesco a fare niente. Con Massi ci spostiamo in una zona di tiri più facili e su un 3c riesco a salire. La falesia è comunque gradata bassa, quindi sono tiri molto duri, inoltre la roccia era molto scivolosa. La giornata finisce con l’amaro in bocca di non essere stato in grado di salire in maniera pulita e con stupide paure. La sfida è ancora aperta, peccato che non ho un compagno di cordata fisso con cui cercare di fare gli stessi gradi. |
23-12-2007 – Col Serena - Crevacol (AO) – Valle del San Bernardo. Ci troviamo con il mio gruppo del Cai di Abbiategrasso con destinazione Saint Rhemy en Bosses. La destinazione originaria doveva essere l’Alpe Devero, ma purtroppo le condi meteo non ce lo permettevano e quindi si è deciso di andare nella bella valle del San Bernardo. Saliti tutti in macchina arriviamo, dopo la consueta e propiziatoria pausa caffè prima della partenza, al parcheggio degli impianti di risalita di Crevacol. Nel parcheggio troviamo altre persone con gli sci già ai piedi per andare verso il Col Serena, come noi. Sono l’unico ciaspolatore e probabilmente anche mal visto dagli sci alpinisti, perché gli rovino la neve!! Questo comunque non mi tange molto in quanto la montagna deve essere per tutti. Ci incamminiamo e tra foto e brevi filmati lasciamo la civiltà delle strade e degli impianti sciistici e entriamo nel vivo dell’ambiente montano. La valle è molto bella, le cime rocciose sono invitanti e già penso di salirne qualcuna nel periodo estivo. La compagnia è buona e divertente, nella fase iniziale della salita restiamo abbastanza vicini, poi mano a mano ci distanziamo, ognuno ha il suo passo e non essendo vincolati da una cordata, possiamo tenere il proprio ritmo costante. Arriviamo nei pressi del punto più delicato della salita, un pendio piuttosto ripido, dove è possibile provocare qualche piccola valanga. Procediamo distanziati e seguo le preziose indicazioni di chi è più esperto di me, non si finisce mai di imparare. Risalito il pendio, giungiamo ad un bel pianoro ampio, da qui è già ben visibile il colle dove saliremo. Qui ci ricompattiamo per scambiare qualche battuta insieme e dopo pochi minuti ci rimettiamo in marcia salendo a passo costante e cadenzato. Mentre salivo avvertivo una presenza alle mie spalle, mi fermo per vedere chi era, ma non vedevo nessuno. Abbasso lo sguardo e un bellissimo cane Labrador mi guarda scodinzolando, era insieme a un ragazzo e una ragazza che stavano salendo di buon passo, e il loro amico quadrupede, gli stava dietro senza tentennare un solo passo. Anzi era lui che stava sempre avanti e fermandosi di tanto in tanto, aspettava i suoi padroni. Lungo la salita finalmente trovo un paio di ciaspolatori, e cordialmente li saluto, visto che siamo un evento eccezionale. Gli scialpinisti non sanno che noi ciaspolatori, la discesa la dobbiamo sudare come la salita. In ogni caso lo scialpinismo è una disciplina che mi piacerebbe molto praticare e non appena ne ho la possibilità vorrei apprendere le tecniche di discesa per potermi scatenare nei fuori pista. Si arriva finalmente in cima e per prima cosa, ci cambiamo le magliette bagnate dal sudore. Questa operazione è da fare sempre e con qualsiasi condizione meteorologica, però in estate è sicuramente meno traumatica. Un bel venticello freddo spirava sul colle e dopo aver tirato via giacca a vento e pile, rapido come una gazzella, mi tolgo la maglietta bagnata per indossare quella asciutta. Ci ho impiegato due secondi netti, ma sono durati una eternità!!! Ci stringiamo felici la mano, in quanto abbiamo salito il colle con un buon tempo. Questo fa piacere perché significa che sono allenato ed in forma. Mi bevo un po’ di the caldo dal thermos e riparto in discesa, mi conviene prendere vantaggio dai miei compagni. Loro mi raggiungeranno in poco tempo con i loro sci. Difatti arrivato al pianoro sottostante, dove inizia il pendio ripido, mi raggiungono e scendiamo cautamente ed insieme lungo il pendio. In ogni caso in discesa con le racchette da neve si riesce a scivolare un pochino, aumentando così la velocità in discesa. Superato il fatidico pendio, ci ritroviamo tutti e decidiamo di fermarci a mangiare i panini nei pressi di alcune baite diroccate. Purtroppo uno di noi Maurizio, non si sente bene. Probabilmente lo sforzo, il bere poco e la forte luce della neve gli ha provocato qualche capogiro, percui decidiamo di fermarci per prendere fiato e recuperare un po’ di energie. Dopo circa una mezzoretta, ripartiamo tutti, Maurizio si sente meglio e comincia la discesa cautamente fino alle macchine. Gli sciatori scendono veloci nel vallone e arrivano alle macchine in poco tempo, mentre io li raggiungo a piedi e di buon passo. Dopo circa 10 minuti arrivo anch’io alle macchine, felice e contento, pronto per passare il Natale. Chiudiamo la giornata, fermandoci a mangiare il panettone e a bere un bicchiere di spumante al parcheggio del bar. |
27-12-2007 – Monte Generoso – Mendrisio Svizzera Questa doveva essere una giornata dedicata all’arrampicata, ma purtroppo Marco e Valerio avevano impegni e quindi ho dovuto cambiare meta e attività. Ovviamente non mi andava di restare a casa avendo una bella giornata a disposizione. Quindi la sera prima convinco mio padre a seguirmi e andiamo a fare una tranquillissima escursione nelle prealpi Lombardo Svizzere. Partiamo di prima mattina, dopo che mio padre ha dovuto discutere con il benzinaio per 20 euro rubati dalla macchinetta. Arriviamo a Bellavista, sopra Mendrisio verso le 9.00. Lasciamo la macchina al parcheggio completamente deserto. La cosa mi piace molto perché significa che lungo la salita saremo da soli e con molta probabilità avremmo incontrato qualche animale in cattività. Difatti appena entrati nel bosco, sentiamo alcuni rumori davanti a noi e tra le piante vediamo sbucare un camoscio, che non sembra per niente infastidito dalla nostra presenza. L’animale si ferma e ci guarda fisso, anche noi ci fermiamo e con molta calma prendo la macchina fotografica per scattargli un paio di fotografie. Si lascia fotografare per circa un minuto e poi stufo della popolarità, scende con molta tranquillità verso valle. Dopo aver ammirato il paesaggio e constatato che la giornata tersa ci avrebbe regalato panorami stupendi, riprendiamo il cammino verso la cima. Nei pressi della cima, il panorama si apre verso le prealpi lombarde, con le Grigne e il Resegone che fanno da sfondo. Queste ultime sono montagne, che ho sempre snobbato perché erano solo prealpi, ma dopo averle viste e salite, ho decisamente cambiato idea. Arriviamo in cima e per fortuna siamo i primi. Il ristorante e la stazioncina del trenino a cremagliera sono ancora chiusi, quindi ci godiamo la vetta in vero stile alpino, senza tursiti comodi. Il panorama è bellissimo ed è possibile vedere tutte le cime più importanti delle alpi nord-occidentali. Bellissima la vista del Monviso con il mare di nubi al di sotto, il Monte Rosa nitido come solo le giornate invernali possono mostrarlo. E poi guardando a sud il mare di nubi nebbiose sulla pianura padana che arriva fino agli appennini. Queste sono alcune delle qualità delle cime prealpine, in quanto regalano panorami mozzafiato a 360°. Dopo qualche minuto arrivano anche altri escursionisti e noi ci dirigiamo alla cima nord, leggermente più bassa ma spesso snobbata, forse per il breve tratto di roccette da affrontare. Qui per la prima volta, ho portato mio padre ad effettuare qualche brevissimo passaggino di roccia molto facile ed elementare e con un pizzico di esposizione. Mi sembrava tranquillo, ma meglio non rischiare. La giornata sta per finire e quindi dopo altre foto e telefonate di rito decidiamo di mangiare, ma il menù che offriva il ristorante vicino alla stazione non era molto invitante e per giunta molto caro. Visto che non ci andava di spendere troppi soldi in periodo di Natale e con il consueto e esagerato aumentare del costo della vita, decidiamo di scendere e andare a mangiare ormai a pomeriggio inoltrato al primo autogrill. La nota dolente di tutta la giornata è che arrivati nei pressi di Abbiategrasso, la nebbia ci ha completamente avvolti e il cielo azzurro e terso con la vista sulle Alpi diventa solo un ricordo di una bella giornata passata in montagna con mio Padre. |
31/12/2007 – Brusson – Salomon e fonte ferruginosa – Ciaspolata di mezzanotte al Pian di Verra. Questo finalmente è il capodanno che da tempo volevo passare, e cioè in montagna su qualche cima e facendo dei bei giri. Sveglia alle 6.00 e alle 7.15 sono già in viaggio verso l’uscita di Carisio dove Marco, che arriva da Biella, mi aspetta. Alle 8.00 sono a Carisio e caricata la macchina ci dirigiamo in Val D’Ayas. Arriviamo in valle e la giornata è già stupenda, e raggiungiamo la casa dei nostri amici Laura e Giovanni che gentilmente ci hanno ospitato. Dopo i saluti e la sistemazione in casa delle cose superflue ci salutiamo di nuovo, in quanto Laura e Giovanni vanno sulle piste da sci di Palasina a passare la giornata sciando, mente io e Marco, camminatori incalliti, andremo a fare una escursione facile alla Fonte Ferruginosa e al piccolo villaggio di Salomon. Prima di tutto però abbiamo un compito importante, in quanto la sera dovrò preparare i pizzoccheri per la cena dell’ultimo dell’anno. Perciò andiamo a prendere il formaggio e dopo la pausa caffè che non deve mancare prima di ogni escursione, portiamo il formaggio a casa e prendiamo gli zaini per partire per il nostro giro. La giornata è bella soleggiata e le temperature veramente miti, cominciamo a camminare per la bellissima via che conduce alla chiesa di Brusson per poi raggiungere la strada che porta ad Estoul, trafficata come la tangenziale di Milano per l’afflusso alle piste da sci. Da qui troviamo la via traversa che ci porterà sulla carrabile per la fonte ferruginosa. Percorriamo la strada soleggiata e senza neve ma soprattutto senza il caos di questi giorni di festa. Raggiungiamo la fonte ferruginosa dopo poche decine di minuti. Qui mi ritornano i ricordi di quando ero piccolo, e venivo da queste parti a prendere l’acqua con mio padre. Sosta fotografica e qualche sorso di acqua ferruginosa che dicono faccia bene a fegato e reni. Ripartiamo e andiamo verso Salomon e anche qui dopo poche decine di minuti su percorso ormai senza neve raggiungiamo il piccolo abitato. Il paesino è ancora con il suo aspetto originale e poche baite e rascard sono stati rimessi a nuovo. Il panorama è bellissimo sulle Dame di Challand e lo Zerbion e c’è una tranquillità paradisiaca. Ci fermiamo a mangiare i nostri panini e ci scappa pure una pennichella post pranzo stesi sul prato o quel che ne rimane. Rilassati ripartiamo verso Vollon e attraversando un bel bosco di abeti arriviamo a Vollon e poi passando per una carrabile ritorniamo a Brusson. Arrivati a casa e prepariamo la cena e dopo gli auguri con altri amici che sono venuti a trovarci ci mettiamo a tavola. I miei pizzoccheri, la torta di mele e il vino hanno fatto successo e tutti sono soddisfatti. Di più io per aver sfoggiate le mie doti culinarie. Finito di cenare ci prepariamo, finalmente faccio quello che da un po’ di tempo mi frullava per la testa e cioè andare per monti e aspettare la fine dell’anno e festeggiare l’inizio del nuovo. Difatti pronti con gli zaini verso le 22.30 ci mettiamo in viaggio con la macchina e raggiungiamo Saint Jacques. Zaini in spalla e luci frontali accese, risaliamo i boschi sopra il paese per andare al Pian di Verra per festeggiare il nuovo anno. Mentre saliamo al limitare del paese troviamo delle persone che ci guardano con curiosità chiedendoci dove siamo diretti. Noi con fierezza rispondiamo che andiamo a festeggiare ai Piani di Verra e con lo stesso entusiamo saliamo lungo il sentiero. E’ buio, ma le stelle ci fanno compagnia, non c’è nessuno in giro e il silenzio domina il bosco. L’unica cosa che rompe il silenzio è lo scricchiolio della neve sotto i nostri piedi. Purtroppo non riusciamo a raggiunge la meta prima di mezzanotte e al suo scoccare sentiamo i botti che arrivano dal basso, ci giriamo verso la valle e vediamo i fuochi d’artificio, che per la prima volta li vedo dall’alto verso il basso. Siamo al di sopra di tutti. Dopo lo spettacolo pirotecnico, riprendiamo a salire e raggiungiamo il Pian di Verra. Sulla piana di Verra tirava un leggero vento freddo da nord e restando fermi, il freddo lo avvertivamo. Per fortuna che c’è una piccola struttura dove viene convogliata l’acqua il cui ingresso e ben riparato e quindi ci siamo rifugiati li. Giovanni estrae dallo zaino la bottiglia di spumante e dopo averla stappata beviamo il bicchiere freddissimo di spumante per brindare al nuovo anno. Dopo il bicchiere a rischio congestione, ci buttiamo giù anche un bicchiere di the caldo, per scaldare i cubetti di ghiaccio con le bollicine!! Dopo il breve festeggiamento, scendiamo a Saint Jacques e raggiunta la macchina ci dirigiamo verso casa. Passando da Champoluc si vedeva ancora un sacco di gente soprattutto ragazzini e ragazzine fuori dai locali a sorseggiare alcolici. Champoluc in quelle ore si era trasformata in una piccola Rimini!! Arrivati a casa a Brusson, finisce la nostra festa e corriamo a dormire perché il giorno dopo abbiamo un’altra salita da fare. La prima salita dell’anno. |
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