Torna alla pagina iniziale   TAPPA 3: DAL RIFUGIO MARINELLI AL RIF. BIGNAMI

Escursione del 21/08/2008

   

 

Torna a indice generale Alte Vie

 

Torna a elenco tappe Alta Via Valmalenco

 

Tappa più facile della precedente che ci permette di visitare anche il Rifugio Carate e di salire la bella e panoramica cima delle Forbici. Inoltre sotto la cima c’è l’omonimo laghetto, dove nelle giornate belle si rispecchia il Pizzo Bernina.

Vale la pena deviare e visitare anche il monumento agli alpini percorrendo una antica mulattiera di guerra.

Verso il Rifugio Bignami possiamo ammirare le seraccate del ghiacciaio di Fellaria e la cima del Piz Varuna.

 
   

 

  Il gruppo del Bernina visto dal Lago delle Forbici La stupenda vista dal Rifugio Bignami
     
 

SCHEDA ESCURSIONISTICA

 
     
PARTENZA: Rifugio Marinelli - Bombardieri  
ARRIVO: Rifugio Bignami  
QUOTA PARTENZA: 2813 m s.l.m.  
QUOTA ARRIVO: 2400 m s.l.m.  
DISLIVELLI: 100↓ + 180↑ + 419  
TEMPO DI PERCORRENZA: 5 h (pause escluse)  
DISTANZA: 8 Km  
CARTOGRAFIA: Kompass 93 - Bernina Sondrio  
DIFFICOLTA': PD / EE  
ATTREZZATURA: Abbigliamento e calzature da escursione  
TIPO DI PERCORSO: Percorso su sentiero ben segnalato con soventi passaggi su sfasciumi e terreno ghiaioso  
DESCRIZIONE:

Dal Rifugio Marinelli si scende lungo l’evidente sentiero posto di fronte al rifugio in direzione sud. Si ridiscende il ripido versante sud del risalto roccioso che ospita il rifugio, su sentiero ben tracciato e mantenuto fino a giungere alla conca sottostante ed ignorando le indicazioni per la Bocchetta di caspoggio. Si costeggia il laghetto sottostante e anziché seguire le indicazioni per il Rifugio Carate ci si porta a nord del laghetto salendo per la petraia, qua è la si scorgono dei segni di sentiero che per tracce conduce verso la ripida petraia. Questa deviazione rispetto al percorso originale ci porta a visitare un piccolo monumento agli alpini in corrispondenza della quota 2744 riportata sulle carte Kompass. Raggiunto il culmine della salita ci si trova in una stretta cresta con una piccola costruzione di roccia e legna sufficente per una persona che ritengo sia una sorta di vedetta di guerra. Qui dopo pochi passi si arriva al piccolo monumento dedicato ad alcuni alpini morti per una valanga in tempo di guerra. Dal monumento il percorso diventa molto più facile in quanto si percorre una sorta di piccola mulattiera che costeggia il fianco delle cime di Musella e scende direttamente al Rifugio Carate.

Qui ritengo sia d’obbligo e anche a completamento della giornata, vista la facilità del percorso, di salire la bella e panoramica cima del Monte delle Forbici e di visitare l’omonimo laghetto che offre una splendida visione del Gruppo del Bernina.

Si raggiunge quindi il laghetto delle forbici e si risale lungo una evidente traccia di sentiero che prosegue in direzione sud e dopo qualche minuto di cammino risale il fianco ghiaioso della montagna. Il percorso è ben segnalato ed è fortemente intuibile nonostante passa per alcune roccette.

Si sale quindi su sentiero ripido e roccioso il versante nord est della montagna seguendo fedelmente i segni bianchi e rossi del sentiero. Si giunge ad un falso pianoro detritico, dove risalendo ancora per qualche decina di metri ci porta sotto la vetta. Qui con un ultimo sforzo si risalgono gli ultimi metri fino a raggiungere la cima dove è riposta la croce di vetta. Questa deviazione è di poco meno di 300 metri di dislivello, ma è senz’altro un piccolo sforzo ripagato dal bel panorama che si gode da questo balconcino sul Bernina. Si ridiscende per lo stesso percorso e si raggiunge così il Rifugio Carate per una meritata sosta.

Dal Rifugio Carate si percorre senza scendere di quota, la facile petraia che costeggia le pareti meridionali delle cime di Musella in direzione est. Questa è una variante al percorso originale che fa scendere di poco più 100 metri per poi dover risalire. Poco dopo si incontrano subito gli sfasciumi un po’ accidentati ma facilmente percorribili. Si entra così nella stretta gola tra la Cima di Caspoggio, alla nostra sinistra e i roccioni della Forca di Fellaria. Qui il percorso diventa sempre più accidentato e con salti rocciosi più alti, ma mai esposti o difficoltosi da superare. L’ultimo tratto di salita sembra non finire mai in quanto la pendenza poco accentuata, ma prolungata da l’impressione di essere arrivati. Con questo ultimo sforzo si giunge alla comoda Forca di Fellaria, dove finalmente il percorso cambia aspetto: si passa dallo sfasciume e roccette al sentiero inizialmente ghiaioso e poi comodo e facile.

Dalla Forca di Fellaria si ridiscende mantenendosi sempre in direzione est per alcune decine di metri di dislivello per poi piegare verso est / nord-est scendendo ulteriormente in direzione di un ampio pianoro erboso. Si passa quindi da un terreno gandoso ad un terreno sempre più erboso e ricco di acqua, dove anche qui è facile trovare diversi gruppi di fiori bianchi setosi di Eriophorum Scheuchzeri. Tutta la piana precedente all’Alpe Fellaria è circondata da piccoli ruscelli che confluiscono nel torrente principale. Questa zona è fortunatamente solitaria e ampia e offre una pace meritata con la vista della Vedretta di Fellaria Occidentale e l’omonima punta e da dove si vede una lunga e vigorosa cascata che proviene dai ghiacciai sovrastanti.

Proseguendo lungo il sentiero ben segnalato in direzione sud-est si giunge infine al Rifugio Bignami.

 
Il pianoro glaciale sottostante il Rifugio Marinelli
Il Rifugio Carate
Il bellissimo lago delle Forbici
La petraia da superare per giungere alla Forca di Fellaria
Il vallone che si presenta alla Forcola di Fellaria
L'ultimo tratto che conduce al Rifugio Bignami
         
Tappa Precedente      

Tappa Successiva