Dal Rifugio Marinelli si scende lungo
l’evidente sentiero posto di fronte al rifugio in direzione sud. Si
ridiscende il ripido versante sud del risalto roccioso che ospita il
rifugio, su sentiero ben tracciato e mantenuto fino a giungere alla
conca sottostante ed ignorando le indicazioni per la Bocchetta di
caspoggio. Si costeggia il laghetto sottostante e anziché seguire le
indicazioni per il Rifugio Carate ci si porta a nord del laghetto
salendo per la petraia, qua è la si scorgono dei segni di sentiero che
per tracce conduce verso la ripida petraia. Questa deviazione rispetto
al percorso originale ci porta a visitare un piccolo monumento agli
alpini in corrispondenza della quota 2744 riportata sulle carte Kompass.
Raggiunto il culmine della salita ci si trova in una stretta cresta con
una piccola costruzione di roccia e legna sufficente per una persona che
ritengo sia una sorta di vedetta di guerra. Qui dopo pochi passi si
arriva al piccolo monumento dedicato ad alcuni alpini morti per una
valanga in tempo di guerra. Dal monumento il percorso diventa molto più
facile in quanto si percorre una sorta di piccola mulattiera che
costeggia il fianco delle cime di Musella e scende direttamente al
Rifugio Carate.
Qui ritengo sia d’obbligo e anche a
completamento della giornata, vista la facilità del percorso, di salire
la bella e panoramica cima del Monte delle Forbici e di visitare
l’omonimo laghetto che offre una splendida visione del Gruppo del
Bernina.
Si raggiunge quindi il laghetto delle
forbici e si risale lungo una evidente traccia di sentiero che prosegue
in direzione sud e dopo qualche minuto di cammino risale il fianco
ghiaioso della montagna. Il percorso è ben segnalato ed è fortemente
intuibile nonostante passa per alcune roccette.
Si sale quindi su sentiero ripido e
roccioso il versante nord est della montagna seguendo fedelmente i segni
bianchi e rossi del sentiero. Si giunge ad un falso pianoro detritico,
dove risalendo ancora per qualche decina di metri ci porta sotto la
vetta. Qui con un ultimo sforzo si risalgono gli ultimi metri fino a
raggiungere la cima dove è riposta la croce di vetta. Questa deviazione
è di poco meno di 300 metri di dislivello, ma è senz’altro un piccolo
sforzo ripagato dal bel panorama che si gode da questo balconcino sul
Bernina. Si ridiscende per lo stesso percorso e si raggiunge così il
Rifugio Carate per una meritata sosta.
Dal Rifugio Carate si percorre senza
scendere di quota, la facile petraia che costeggia le pareti meridionali
delle cime di Musella in direzione est. Questa è una variante al
percorso originale che fa scendere di poco più 100 metri per poi dover
risalire. Poco dopo si incontrano subito gli sfasciumi un po’
accidentati ma facilmente percorribili. Si entra così nella stretta gola
tra la Cima di Caspoggio, alla nostra sinistra e i roccioni della Forca
di Fellaria. Qui il percorso diventa sempre più accidentato e con salti
rocciosi più alti, ma mai esposti o difficoltosi da superare. L’ultimo
tratto di salita sembra non finire mai in quanto la pendenza poco
accentuata, ma prolungata da l’impressione di essere arrivati. Con
questo ultimo sforzo si giunge alla comoda Forca di Fellaria, dove
finalmente il percorso cambia aspetto: si passa dallo sfasciume e
roccette al sentiero inizialmente ghiaioso e poi comodo e facile.
Dalla Forca di Fellaria si ridiscende
mantenendosi sempre in direzione est per alcune decine di metri di
dislivello per poi piegare verso est / nord-est scendendo ulteriormente
in direzione di un ampio pianoro erboso. Si passa quindi da un terreno
gandoso ad un terreno sempre più erboso e ricco di acqua, dove anche qui
è facile trovare diversi gruppi di fiori bianchi setosi di Eriophorum
Scheuchzeri. Tutta la piana precedente all’Alpe Fellaria è circondata da
piccoli ruscelli che confluiscono nel torrente principale. Questa zona è
fortunatamente solitaria e ampia e offre una pace meritata con la vista
della Vedretta di Fellaria Occidentale e l’omonima punta e da dove si
vede una lunga e vigorosa cascata che proviene dai ghiacciai
sovrastanti.
Proseguendo lungo il sentiero ben segnalato
in direzione sud-est si giunge infine al Rifugio Bignami. |