Dalla stazione di arrivo della seggiovia
del Bettaforca, raggiungibile anche con il servizio Jeep dalla Val
d'Ayas, si segue il tratto finale della carrozzabile che porta sopra la
seggiovia in direzione nord raggiungendo dapprima un piccolo laghetto
dove poco sopra la strada si trasforma in sentiero.
Si continua a salire seguendo gli evidenti
segnali sentieristici marcati con il numero 9, e comunque procedendo in
direzione nord nord-est si sormonta un dosso. Si passa poi un minuscolo
laghetto poco sotto di noi a destra e subito dopo si comincia ad
aggirare il fianco della Punta Bettolina. Il terreno è costituito da
piccole pietraie e terreno friabile ma con pendenze non troppo
eccessive, rendendo la salita meno faticosa. I segnali sentieristici
sono di norma ben evidenti, ma in ogni caso la direzione da tenere è
sempre la stessa e si percorre la cresta intervalliva, restando per la
maggiore esposti sul versante est, più dolce e poco impervio.
Si passa quindi a destra della Punta
Bettolina, superando qualche banale roccetta da fare sempre con
attenzione sopratutto in caso di rocce bagnate.
Superata la Punta Bettolina si procede
lungo la cresta raggiungendo il Passo di Bettolina inferiore, si
prosegue sempre su petraia e terreno gandoso con una pendenza non molto
marcata fino al Passo di Bettolina Superiore, dove converge il vecchio
sentiero che arriva dai Piani di Verra in Val d'Ayas. Alla nostra destra
e più in basso si trovano diversi laghetti alpini. Poco più avanti nel
nostro cammino troviamo una piccola casotta in pietra poco visibile, un
ottimo punto di sosta.
Siamo al di sotto del tratto finale di
cresta dove poi troveremo la lunga e affilata cresta che porta al
rifugio.
Qui si deve risalire la cresta ancora ampia
ma molto più ripida e con qualche passaggio su banali roccette. Questo è
il tratto più faticoso fisicamente in quanto si guadagna il maggior
dislivello e ogni tanto è necessario usare anche le mani per aiutarsi a
salire.
Superata la tratta più ripida si giunge
infine sulla più affilata cresta, dove poco dopo inizia il tratto
attrezzato di cresta.
Questo tratto è di norma ben protetto, ma
rimane sempre piuttosto esposto . In caso di rocce bagnate è opportuno
prestare molta attenzione.
Si inizia risalendo la cresta per poi
proseguire in alcuni tratti più pianeggianti ma molto più esposti, si
attraversa un piccolo ponte e si ricomincia a risalire restando a volte
sul filo di cresta e a volte costeggiando il ripido fianco est. In un
punto solo e per pochi metri rimane piuttosto verticale, dove è presente
una catena a ulteriore sicurezza e per l'eventuale salita o discesa in
caso di affollamento. Tutto il tratto attrezzato copre un dislivello di
circa 150 metri, che richiede sempre un piede fermo e assenza di
vertigini. In ogni caso tutto il tratto è sempre in ottime condizioni
grazie ai frequenti controlli e interventi.
Superato il tratto attrezzato si giunge al
grande pianoro del ghiacciaio del Felik che ospita il Rifugio Quintino
Sella che appare subito all'uscita della cresta. |