Si lascia l'auto nei pressi dei Bagni di
Masino, dove è possibile parcheggiare, in alternativa è conveniente
lasciare l'auto al parcheggio a pagamento (€ 5,00) delle terme, per non
incorrere a multe o danni causati dalle altre auto al passaggio.
Si superano le terme percorrendo la larga
strada sterrata che si inoltra nel bosco. Dopo qualche metro si
icontrano le prime segnaletiche che ci indicano la direzione da seguire
per l'imbocco del sentiero per il rifugio Gianetti. Si prende la
stradina a destra e si prosegue costeggiando i campi da gioco delle
terme fino ad arrivare ad una radura dove si trovano altre indicazioni
che ci portanto su un sentiero e mulattiera all'interno del bosco.
Si risale all'interno di un bel bosco su
sentiero ben tracciato e segnalato con una pendenza moderata effettuando
diversi zig zag ma procedendo in direzione nord, fino ad uscire dal
bosco nei pressi di un vecchio alpeggio.
Siamo alla Corte Vecchia ad una quota di
circa 1400 metri. Qui si abbandona il fitto bosco per passare in una
zona più aperta, dove comunque rimane sempre ripida la salita, spesso in
zone dove la vegetazione è piuttosto fitta e alta. Alternando passaggi
tra la rada boscaglia e piccole radure si giunge ad una strettoia tra
due rocce, molto bella e suggestiva, dove al suo termine è scritto in
lingua e scrittura greca il nome di una via di arrampicata. In questa
zona è pieno di vie di arrampicata.
Si oltrepassa la piccola gola rocciosa e si
prosegue lungo il sentiero fino a sbucare all'ultima radura contornata
da piccole bastionate rocciose e di cascate. Si risale per il ripido
sentiero superando le bastionate in direzione nord-est, si guada una
piccola cascata, dove si trovano alcune catene per facilitare
l'attraversamento in caso di ghiaccio e dopo qualche risalita ancora un
po' ripida si giunge nel bellissimo vallone della Val Porcellizzo. Qui
l'ambiente cambia decisamente e si lascia il bosco per la tipica
vegetazione di media montagna. Costeggiando il ruscello si giunge ad un
ultimo alpeggio, chiamato Casera Porcellizzo, che segna l'inizio
ufficiale della stupenda valle. Si continua a costeggiare il torrente
fino a giungere un ponte con le paline segnaletiche dei sentieri e
seguiamo l'evidente indicazione per il Rifugio Gianetti. Attraversiamo
il ponte e procediamo dritti in direzione nord / nord-ovest su un ripido
sentiero che ci fa risalire il grande dosso di fronte a noi. Anche qui
l'abbondanza dei segni sulle rocce che indicano il percorso è davvero
notevole. In ogni caso la zona è spesso coperta dalle nuvole e tornano
utili in caso di scarsa visibilità.
Superato il dosso ci avviciniamo sempre di
più alla conca che ospita il rifugio ancora non ben visibile. Il
sentiero lascia posto spesso alla risalita sul liscio granito che
affiora dal terreno, ma senza grossi strappi o rocce verticali da
superare.
Si procede nella stessa direzione e sempre
su terreno misto a blocchi piatti di granito fino a giungere nei pressi
del rifugio, ormai già in vista e dove il terreno diventa più pietroso.
Si risale la tranquilla petriaia e si
giunge alla terrazza e al pianoro del Rifugio al cospetto del Badile e
del Cengalo. |