Gran Zebrù - Via Normale - Valfurva Escursione del 27/06/2010 |
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Il Gran Zebrù o Konigspitze è l'imponente piramide di roccia e ghiaccio del Ghiacciaio dei Forni. Il Zerbù è il Re di questo bacino glaciale contrastato soltanto più a nord dall'altro grande titano dei ghiacciai lombardi l'Ortles. Non è una delle cime più alte, ma la sua forma elegante e piramidale e la via normale di salita non facile, la rendono una montagna attraente. La via di salita non presenta difficoltà tecniche particolari se non l'esposizione a pendii discretamente ripidi ed ad un traverso finale in cresta delicato. Inoltre il dislivello poco oltre i 1100m e la salita costante su pendii a 40 - 45° in quota la rende di sicura una salita faticosa. Tutta lo sforzo viene però appagato dall'ambiente stupendo e dalla vista superba dalla cima. E' una salita che merita ogni rispetto. Si consiglia di intraprendere la salita con un discreto allenamento fisico e abitudine alla quota. Inoltre per evitare scariche di sassi o di scendere su pendii ripidi con neve inconsistente, è consigliabile salire e ridiscendere entro la mattinata. |
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SCHEDA ESCURSIONISTICA |
LOCALITA': | Santa Caterina Valfurva (SO) | |
PARTENZA: | Rifugio Pizzini | |
ARRIVO: | Gran zebrù | |
QUOTA PARTENZA: | 2700 m s.l.m. | |
QUOTA ARRIVO: | 3851 m s.l.m. | |
DISLIVELLI: | 1151 m | |
TEMPO DI PERCORRENZA: | 3 h 30 min - 4 h | |
DIFFICOLTA': | PD+ | |
ATTREZZATURA: | Abbigliamento e calzature da alpinismo, picozza, Ramponi, corda, chiodi da ghiaccio | |
TIPO DI PERCORSO: | su ghiacciaio e pendii moderatamente ripidi | |
DESCRIZIONE: |
Dal Rifugio Pizzini, si risalgono i bei pendii detritici in direzione Nord / Nord-ovest andando a nord del grande roccione posto tra la lingua superiore della Vedretta del gran Zebrù e la lingua inferiore. Il ghiacciaio si attacca di norma dalla lingua inferiore in quanto risulta meno crepacciato ed è più facile e rapido giungere all'attacco della via. Giunti a nord del grande roccione si piega decisamente verso nord-est in direzione del canale chiamato Collo di Bottiglia. Si risalgono i modesti pendii glaciali fino a giungere alla base dell'evidente canale. Si risale il canale di ghiaccio prestando molta attenzione alle possibili scariche di sassi, con pendenze fino a 45°. In presenza di ghiaccio vivo è consigliabile valutare se occorre proteggere la salita con chiodi da ghiaccio.Giunti alla fine del canale ci si trova a circa 3470 m da dove si vede la seconda parte della salita lungo la ripida parete est. La vista sulla sottostante Vedretta di Solda sul versante altotesino è suggestiva e di gran fascino. Dopo una breve pausa si risale il pendio in direzione nord / nord-est seguendo il filo delle rocce, con pendenza costante intorno ai 40 - 45° ed in ultimo, per un breve tratto, la pendenza impenna lievemente fino a giungere ad un piccolo falsopiano che costituisce una sorta di anticima, dove sono ancora presenti i resti della guerra del 15 - 18. Da questo punto è ben visibile il tratto finale di salita, il più faticoso, vista la quota e la pendenza ancora sostenuta. Procedendo in direzione Nord / nord-ovest si giunge sotto l'ultima paretina da affrontare. Le pendenze sono le stesse incontrate precedentemente con qualche passaggio sulle rocce nei pressi della cresta finale. Giunti al termine della paretina si deve ora affrontare l'affilata cresta con una esposizione notevole sia sul ripido versante nord che sul versante più modesto ma non troppo versante sud. Il tratto di cresta è breve e in pochi minuti si giunge in cima dove è situata la croce di vetta. |
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